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Le mie prime poesie le
scrivevo in un diarietto verde come questo. Erano scritte a mano, in una grafia
incomprensibile, con cento e passa errori e chissà quante cancellature… proprio
come in questo.
Avevi mai pensato che –cancellare–
una parola significa porla di sotto a un cancello?! Bisognerebbe raccoglierle,
prima o poi, tutte le parole cancellate…
“Le mie poesie le scrivevo
in un diarietto verde”, ebbene, dunque… non sono qui per scrivere poesie.
Un mio amico poeta mi disse,
non molto tempo fa, che le lettere d’amore sono molto più belle di qualsivoglia
scritto in versi, metrica e sillabe. Che una mano macchiata d’inchiostro è più
romantica e sincera della luna e del sole e del mare. Di quante infinite e
addobbate parole si possano avere incastrate ad arte in un metro. –L’arte del
falegname è più preziosa di quella dell’orafo– ma il legno è molto, e la
corteccia è dura…
Io ti amo, Giulia. Non ho
paura di scriverlo, non ho paura di inciderlo nel canovaccio che sto modellando
stasera per te. Ma ho paura di dirlo, ricordi tu, forse, i poeti di Lesbo?
<<Quando due amanti si giurano amore, gli dèi li deridono>>. Mi
sono sempre chiesto cosa volesse dire, me lo chiedo ancora oggi.
<<Gli dèi ci
invidiano, compagno. Invidiano il nostro destino, ci invidiano la morte. Per
noi ogni attimo è unico, irripetibile, ha il sapore del frutto che non tornerà,
che noi più coglieremo. Gli dèi ci invidiano, compagno. Ci invidiano perché
sono infelici>>.
Gli dèi ci invidiano,
Giulia, hai un nome ancestrale che sale da un fondo di bile e paure. Così
simile a “Juno”, ne condividi forse il destino, il destino greve e pesante di
tutte le donne tradite.
Gli dèi ci invidiano,
Giulia. Ci invidiano il senno, la follia, la gioia, il dolore. Invidiano il
rosso oscillare frenetico da un moto dell’animo all’altro. Invidiano il nostro
furore, Medea. Tu donna ed io uomo, che ti ho tolta ad un vecchio legame in
promessa di un mondo migliore. No.
Tu Giàsone, io Medea.
Fuggendo la terra natìa, e gli affetti, dimentico del sangue, di padre e di
madre. Dimentico di tutto, per te.
È questo il mio atto
d’amore, non circoscritto in parole fumose, non disegnato da mani incoscienti.
Il mio corpo è il mio atto d’amore, e la mia testa, e le mie braccia –sempre
protese alle tue– , e le mie gambe –sempre correndo alle tue–.
L’amore fa male, Giulia…
giuliva, Giunone, lupita, Daniela, Andrea e tutti i nomi assurdi che ti ho
dato.
L’amore è verde, ancora, per
sempre. Ma verde come è verde la bile, verde come i nostri nasi sporchi di muco
e di lacrime, verde come la rabbia e il terrore. Eppure questo è amore, e pure
questo è amore.
Ieri mi hai scritto una
lettera, l’altro ieri, mi hai scritto una lettera, e cominciava proprio così
<<Ti scrivo una lettera, che vorrei leggerti a voce, perché è quello che
poi ci ha unito>>.
È quello che sto facendo io
adesso, e tu starai piangendo, e io vorrei che non piangessi, mai. Non per me,
non per altri. Non ti lascio, lo sai. Io non ti lascio, e se ti lascio ritorno
da te, sempre, fino alla morte, fino al dolore che brucia le carni, fino alle
situazioni che sembrano non risolversi più, e poi si risolvono sempre.
Tu per me sei il sole, senza
di cui ogni cosa poi perde colore. Giulia, tu sei il primo raggio di sole di un alba che non era mai sorta prima.
Io per te cosa sono? Mio
legame indissolubile col tempo, con l’uomo, con la vita e con il tutto. Io per
te cosa sono? L’uomo o la bestia? La voce o il silenzio? Sono per te la luce di
un mondo sereno, o ancora l’accecamento divino dell’amore? Mi manca Genova,
Giulia, mi manca Amalfi, mi mancano Creta e Parigi, mi mancano Giulia e
Alessandro felici, mi mancano Giulia e Alessandro lontani dal mondo di sempre.
Giulia e Alessandro grassoni, Giulia e Alessandro spensierati, appiccicati,
assetati di gioia e di vita, abbronzati dal sole d’estate, affreddati per dita
gelate, rimpinzati di pizze e gelati, affogati di crema e di panna!
Je t’aime mon amour, mon ami,
ma soeur, ma mere, mon pere, ma fille, ma doux, mon tout, ma vie. Je t’aime
toujours, parceque tu es ma femme. Parceque tu es mon coeur.
Ti vorrei qui.
Seconda settimana di terapia, Villa Angela, 21 dicembre 2014.