venerdì 28 agosto 2015

Capitolo X

X

Le mie prime poesie le scrivevo in un diarietto verde come questo. Erano scritte a mano, in una grafia incomprensibile, con cento e passa errori e chissà quante cancellature… proprio come in questo.
Avevi mai pensato che –cancellare– una parola significa porla di sotto a un cancello?! Bisognerebbe raccoglierle, prima o poi, tutte le parole cancellate…
“Le mie poesie le scrivevo in un diarietto verde”, ebbene, dunque… non sono qui per scrivere poesie.
Un mio amico poeta mi disse, non molto tempo fa, che le lettere d’amore sono molto più belle di qualsivoglia scritto in versi, metrica e sillabe. Che una mano macchiata d’inchiostro è più romantica e sincera della luna e del sole e del mare. Di quante infinite e addobbate parole si possano avere incastrate ad arte in un metro. –L’arte del falegname è più preziosa di quella dell’orafo– ma il legno è molto, e la corteccia è dura…
Io ti amo, Giulia. Non ho paura di scriverlo, non ho paura di inciderlo nel canovaccio che sto modellando stasera per te. Ma ho paura di dirlo, ricordi tu, forse, i poeti di Lesbo? <<Quando due amanti si giurano amore, gli dèi li deridono>>. Mi sono sempre chiesto cosa volesse dire, me lo chiedo ancora oggi.
<<Gli dèi ci invidiano, compagno. Invidiano il nostro destino, ci invidiano la morte. Per noi ogni attimo è unico, irripetibile, ha il sapore del frutto che non tornerà, che noi più coglieremo. Gli dèi ci invidiano, compagno. Ci invidiano perché sono infelici>>.
Gli dèi ci invidiano, Giulia, hai un nome ancestrale che sale da un fondo di bile e paure. Così simile a “Juno”, ne condividi forse il destino, il destino greve e pesante di tutte le donne tradite.
Gli dèi ci invidiano, Giulia. Ci invidiano il senno, la follia, la gioia, il dolore. Invidiano il rosso oscillare frenetico da un moto dell’animo all’altro. Invidiano il nostro furore, Medea. Tu donna ed io uomo, che ti ho tolta ad un vecchio legame in promessa di un mondo migliore. No.
Tu Giàsone, io Medea. Fuggendo la terra natìa, e gli affetti, dimentico del sangue, di padre e di madre. Dimentico di tutto, per te.
È questo il mio atto d’amore, non circoscritto in parole fumose, non disegnato da mani incoscienti. Il mio corpo è il mio atto d’amore, e la mia testa, e le mie braccia –sempre protese alle tue– , e le mie gambe –sempre correndo alle tue–.

L’amore fa male, Giulia… giuliva, Giunone, lupita, Daniela, Andrea e tutti i nomi assurdi che ti ho dato.
L’amore è verde, ancora, per sempre. Ma verde come è verde la bile, verde come i nostri nasi sporchi di muco e di lacrime, verde come la rabbia e il terrore. Eppure questo è amore, e pure questo è amore.
Ieri mi hai scritto una lettera, l’altro ieri, mi hai scritto una lettera, e cominciava proprio così <<Ti scrivo una lettera, che vorrei leggerti a voce, perché è quello che poi ci ha unito>>.
È quello che sto facendo io adesso, e tu starai piangendo, e io vorrei che non piangessi, mai. Non per me, non per altri. Non ti lascio, lo sai. Io non ti lascio, e se ti lascio ritorno da te, sempre, fino alla morte, fino al dolore che brucia le carni, fino alle situazioni che sembrano non risolversi più, e poi si risolvono sempre.
Tu per me sei il sole, senza di cui ogni cosa poi perde colore. Giulia, tu sei il primo raggio di sole di un alba che non era mai sorta prima.
Io per te cosa sono? Mio legame indissolubile col tempo, con l’uomo, con la vita e con il tutto. Io per te cosa sono? L’uomo o la bestia? La voce o il silenzio? Sono per te la luce di un mondo sereno, o ancora l’accecamento divino dell’amore? Mi manca Genova, Giulia, mi manca Amalfi, mi mancano Creta e Parigi, mi mancano Giulia e Alessandro felici, mi mancano Giulia e Alessandro lontani dal mondo di sempre. Giulia e Alessandro grassoni, Giulia e Alessandro spensierati, appiccicati, assetati di gioia e di vita, abbronzati dal sole d’estate, affreddati per dita gelate, rimpinzati di pizze e gelati, affogati di crema e di panna!
Je t’aime mon amour, mon ami, ma soeur, ma mere, mon pere, ma fille, ma doux, mon tout, ma vie. Je t’aime toujours, parceque tu es ma femme. Parceque tu es mon coeur.


                                                                                                        Ti vorrei qui.



Seconda settimana di terapia, Villa Angela, 21 dicembre 2014.


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