domenica 6 settembre 2015

Capitolo XII

XII


Avete mai amato così tanto una persona da piangere di commozione quando la stringete tra le braccia… e piangere, ancora, per ogni sua assenza, minima, giornaliera… eppur sempre smisurata, incolmabile?
Avete mai amato davvero? Al di là della retorica, stupida, meschina e sempre banale, mai vera o genuina. Al di là di ogni convenzione, al di là dell’abitudine, del bello, del piacimento, del puro e limpido ideale di bene?
Amare è soffrire: Mai fu inventato binomio più esatto. È la giusta conseguenza che deriva dall’abbandono di ogni certezza, di ogni convinzione che sia mai stata posseduta dal singolo. Amore è l’estremo atto di altruismo, di eroismo, di letteraria tragicità. Amore è rifiuto di se stessi, degli altri, del mondo. Amore è lotta, scontro, battaglia… mai guerra. Amore è. E non sa avere. Amore muore, risorge, cade, muore, risorge.
Amore non ce la fa, e resta sempre in gioco.
Amore non vuole, eppure è sempre in atto.
Amore non basta, e non chiede abbastanza.
Amore non chiede.
Il ramo secco della stagione invernale, flebile, cadùco, è forse la rappresentazione più chiara di Amore, e non va spiegato. L’amore non si spiega. L’amore è metafora, è astratto, è vuoto (non vacuo).
Amore è insito nel concetto di passione; è passivo, introverso, sofferto. Davvero molto simile al patire, l’amore sopporta. Però è paziente, non si stanca, mai.
Arriverebbe sul punto di uccidere, l’amato e l’amata, ma non se stesso. L’amore non è autodistruttivo, non in senso stretto.
Amore è tutto, e niente. D’amore possono parlare tutti, e nessuno. Per amore un uomo nasce, per amore (a volte) un uomo muore. Io per amore sono impazzito, ad esempio (e non sono neanche il primo). Ho provato a spiegarlo, a dargli un senso, un nome, un volto deciso. Ma l’amore non si decide, l’amore non si capisce. Ho perso tutto.

Primo mese di terapia in Villa Angela. Settembre 2015.





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