XII
Avete
mai amato così tanto una persona da piangere di commozione quando la stringete
tra le braccia… e piangere, ancora, per ogni sua assenza, minima, giornaliera…
eppur sempre smisurata, incolmabile?
Avete
mai amato davvero? Al di là della retorica, stupida, meschina e sempre banale,
mai vera o genuina. Al di là di ogni convenzione, al di là dell’abitudine, del
bello, del piacimento, del puro e limpido ideale di bene?
Amare
è soffrire: Mai fu inventato binomio più esatto. È la giusta conseguenza che deriva
dall’abbandono di ogni certezza, di ogni convinzione che sia mai stata
posseduta dal singolo. Amore è l’estremo atto di altruismo, di eroismo, di
letteraria tragicità. Amore è rifiuto di se stessi, degli altri, del mondo.
Amore è lotta, scontro, battaglia… mai guerra. Amore è. E non sa avere. Amore
muore, risorge, cade, muore, risorge.
Amore
non ce la fa, e resta sempre in gioco.
Amore
non vuole, eppure è sempre in atto.
Amore
non basta, e non chiede abbastanza.
Amore
non chiede.
Il
ramo secco della stagione invernale, flebile, cadùco, è forse la
rappresentazione più chiara di Amore, e non va spiegato. L’amore non si spiega.
L’amore è metafora, è astratto, è vuoto (non vacuo).
Amore
è insito nel concetto di passione; è passivo, introverso, sofferto. Davvero
molto simile al patire, l’amore sopporta. Però è paziente, non si stanca, mai.
Arriverebbe
sul punto di uccidere, l’amato e l’amata, ma non se stesso. L’amore non è
autodistruttivo, non in senso stretto.
Amore
è tutto, e niente. D’amore possono parlare tutti, e nessuno. Per amore un uomo
nasce, per amore (a volte) un uomo muore. Io per amore sono impazzito, ad
esempio (e non sono neanche il primo). Ho provato a spiegarlo, a dargli un
senso, un nome, un volto deciso. Ma l’amore non si decide, l’amore non si
capisce. Ho perso tutto.
Primo mese di terapia in Villa Angela. Settembre 2015.
Nessun commento:
Posta un commento