venerdì 17 luglio 2015

Capitolo VIII

VIII

Era la sera del 20 settembre 2014, la luna era un piccolo spicchio d’arancia ed il cielo, cotonato di soffici nuvole, si accendeva in un coro di stelle. Non ero con Giulia, non la vedevo anzi da due giorni (cosa strana per noi, che dal giorno della laurea abbiamo praticamente convissuto). Camminavo per strada da solo pensando alle cose più strane. Di fronte a me il panorama, il mare e gli scogli, il vulcano dormiente, le case, le luci, le navi…
Avendo da poco finito lezione -davo lezioni di greco ogni sabato-, mi avviavo come mio solito a casa, mi sarei fatto una doccia, avrei preso l’auto, e sarei andato da lei. 
Una serie di azioni che compivo ogni volta da mesi e alle quali nemmeno mi trovavo più a pensare (né quella volta faceva eccezione).
Camminavo mezzo assorto con lo sguardo tra le nuvole quando una goccia d'acqua mi cadde sulla fronte dal nulla. Pioveva. O meglio piovigginava, come tipico del mese di settembre. 
Ricordo che per scampare a quello che si apprestava ad essere il primo temporale dell'autunno incipiente, cominciai a correre verso l'interno della costa per ripararmi sotto uno dei balconi che sporgevano lungo la via principale. Assieme a me correvano tutti, coppie di amanti sedute ad un bar, uomini in tuta, bambini, ciclisti. Fummo tutti colti dall'improvviso temporale. 
La pioggia cadeva in obliquo (alcune percezioni sensoriali restano intatte), era sottile ma fitta, sempre più fitta, cullata dall'ultima brezza marina. Oscillava insieme alle onde, ti carezzava la faccia come un lenzuolo, costringendoti a chiudere gli occhi mentre avanzavi. 
Adesso può sembrare stupido, lo so, e forse anche banale, ma è stato allora che ho compreso. Io ero felice. Io correvo ed ero felice. Felice davvero. Avevo un lavoro, un'individualità acquisita, avevo Giulia. Giulia... 
Certo ci sarebbe aspettato che io raccontassi di uno dei momenti passati con lei, di una notte d'amore, di una folle avventura on the road. Sarebbe stato senza dubbio più romantico ma non veritiero. Io capii che volevo Giulia nella mia vita quel giorno, in quell'istante. Lontano dal mondo, lontano da tutti. Pensai a quello che avevamo creato, al Il l'equilibrio che ognuno aveva saputo regalare all'altro. Pensai al nostro futuro, al vivere insieme, addirittura pensai ad un figlio. Ero convinto che qualsiasi cosa sarebbe accaduta da quel momento in poi, non avrei mai più cambiato idea sulla vita. E forse così fu davvero, nonostante gli eventi che sarebbero capitati di lì a poco.


Qualche settimana dopo Giulia…
 

Nessun commento:

Posta un commento